Le origini del nome Istria e i primi abitanti
Il nome della penisola è legato alla leggenda greca degli Argonauti, forse non tanto all'autenticità della storia quanto al suo contenuto simbolico.
Pochi ancora ricordano che fino alla conquista romana della Dacia, l'odierna regione Dobrugia nella Romania veniva chiamata Istria, dal nome dato dai Greci al basso Danubio che la attraversa, Hister appunto, e di ciò ancora oggi si conserva il ricordo nel nome di uno degli affluenti del Danubio in Bulgaria, Isk'r.
Secondo la leggenda gli Argonauti rubarono il vello d'oro, simbolo della ricchezza del commercio, ai Colchi, popolo di stirpe persiana, mercanti della sponda orientale del Mar Nero. Portando seco il vello d'oro, riuscirono a sfuggire agli inseguitori oltre il Mar Nero e risalendo il corso del Danubio e del Sava giunsero nell'Adriatico e quindi ritornarono nella loro patria, la Tessaglia. Gli inseguitori colchici avrebbero invece dato il nome all'Istria perché le numerose foci dei fiumi ricordavano loro la regione Istria del Mar Nero, dove si trovava l'omonima città. A quei tempi gli uomini credevano che i grandi fiumi attraverso la terraferma collegassero i mari, per cui secondo i Colchi il corso del Danubio e del Sava (Hister) collegava il Mar Nero e l'Adriatico, e ne era una prova anche la somiglianza tra le foci dei fiumi. Solo più tardi i Greci si persuasero che il Sava e il Danubio non erano collegati con l'Adriatico, sicché aggiunsero alla leggenda la narrazione di come gli Argonauti avevano trasportato a spalle la nave Argo da Nauportus (odierna Vrhnika) al primo fiume che sfociava nel golfo del Quarnero. Secondo alcune versioni del mito, una parte dei Colchi sarebbe rimasta in Istria e avrebbe fondato Pola.
La verità infatti non è lontana dalla leggenda, cioè quest'ultima la attesta. La rotta degli Argonauti traccia le principali direzioni della colonizzazione commerciale greca, dopo che avevano tolto il primato ai Persiani. Nella loro espansione l'Istria (adriatica) diventò ben presto il punto di convergenza delle tre principali vie commerciali: 1. la via che dall'Oriente lungo il Danubio e oltre le Alpi portava verso l'Occidente, 2. la via che attraversava l'Italia settentrionale, 3. le rotte marittime adriatiche.
Gli scrittori greci antichi - fu lo storico e geografo Ecateo da Meleto (560-490) a riportare per primo il nome dell'Istria - ricordavano il commercio vivace tra l'Adriatico e il Mar Nero, da dove arrivavano i vini di Lesbo, Chio e Thasos, le anfore della Corsica, le ricche mercanzie della Scizia, mentre nell'Istria c'erano due importanti isole ricche di stagno. Anche i vasi in bronzo dal Veneto e dalla Grecia passavano attraverso l'Istria, così come l'ambra gialla dai Balcani, lo stagno dalla Gallia, ed altre merci, ma naturalmente non mancava neanche il commercio di sali e di schiavi.
I primi abitanti dell'Istria
Da quanto detto sorge la domanda chi in verità fossero gli abitanti dell'Istria. Sappiamo che l'uomo abitava la penisola istriana già nel paleolitico, mentre il primo stanziamento di una stirpe, in concreto si trattava dei Veneti, nelle regioni limitrofi è registrato dalla storia ai tempi della guerra di Troia (1200 a.C. circa). Essi, provenienti dalle regioni sul Mar Nero, avrebbero attraversato i Balcani seguendo la via lungo il corso del Danubio e del Sava (Hister) e giunti alle Alpi orientali, si sarebbero sparsi fino all'Adriatico. In tal modo avrebbero popolato almeno l'Istria settentrionale, se non il suo interno, giacché in base all'architettura sepolcrale si potrebbero forse attribuire ai Veneti le necropoli preistoriche di Vermo presso Pisino, di Pizzughi presso Parenzo e di Nesazio presso Pola.
Secondo gli scrittori greci antichi, l'Istria era popolata dai Traci, ai quali, occupando essi i territori a nord dell'area greca, i Greci ascrivevano anche il resto della penisola balcanica. In ogni caso, in Istria, come in tutta la parte occidentale della penisola balcanica, c'era una forte presenza dell'elemento illirico, sicché la maggior parte degli storiografi ex jugoslavi annovera gli Istri, che vivevano tra il Timavo e l'Arsia, tra gli Illiri. Al contrario, la storiografia italiana dell'Ottocento e dell'inizio Novecento sottolinea maggiormente gli influssi celtici, che qui si diffusero nel V e IV secolo a.C., quando i Celti si mescolarono etnicamente con alcune tribù illiriche. Lo storico greco Strabone sosteneva espressamente che i Giapidi, i quali vivevano a nordest degli Istri, erano di stirpe illirica, mescolatasi con i Celti. A est dell'Arsia vivevano i Liburni. A nord gli Istri confinavano con i Veneti e i Carni.
Come la maggioranza delle tribù illiriche, gli Istri vivevano nei castellieri, solo che in Istria essi erano relativamente più numerosi che in altre regioni. Facendo ricorso all'approfondito studio di Marchesetti (1903), B.Benussi ha contato in Istria 520 castellieri, in cui prima della conquista romana sarebbero vissute 120.000 persone. Si occupavano prevalentemente di agricoltura, di caccia e sulla costa di pesca e di pirateria.
Pochi ancora ricordano che fino alla conquista romana della Dacia, l'odierna regione Dobrugia nella Romania veniva chiamata Istria, dal nome dato dai Greci al basso Danubio che la attraversa, Hister appunto, e di ciò ancora oggi si conserva il ricordo nel nome di uno degli affluenti del Danubio in Bulgaria, Isk'r.
Secondo la leggenda gli Argonauti rubarono il vello d'oro, simbolo della ricchezza del commercio, ai Colchi, popolo di stirpe persiana, mercanti della sponda orientale del Mar Nero. Portando seco il vello d'oro, riuscirono a sfuggire agli inseguitori oltre il Mar Nero e risalendo il corso del Danubio e del Sava giunsero nell'Adriatico e quindi ritornarono nella loro patria, la Tessaglia. Gli inseguitori colchici avrebbero invece dato il nome all'Istria perché le numerose foci dei fiumi ricordavano loro la regione Istria del Mar Nero, dove si trovava l'omonima città. A quei tempi gli uomini credevano che i grandi fiumi attraverso la terraferma collegassero i mari, per cui secondo i Colchi il corso del Danubio e del Sava (Hister) collegava il Mar Nero e l'Adriatico, e ne era una prova anche la somiglianza tra le foci dei fiumi. Solo più tardi i Greci si persuasero che il Sava e il Danubio non erano collegati con l'Adriatico, sicché aggiunsero alla leggenda la narrazione di come gli Argonauti avevano trasportato a spalle la nave Argo da Nauportus (odierna Vrhnika) al primo fiume che sfociava nel golfo del Quarnero. Secondo alcune versioni del mito, una parte dei Colchi sarebbe rimasta in Istria e avrebbe fondato Pola.
La verità infatti non è lontana dalla leggenda, cioè quest'ultima la attesta. La rotta degli Argonauti traccia le principali direzioni della colonizzazione commerciale greca, dopo che avevano tolto il primato ai Persiani. Nella loro espansione l'Istria (adriatica) diventò ben presto il punto di convergenza delle tre principali vie commerciali: 1. la via che dall'Oriente lungo il Danubio e oltre le Alpi portava verso l'Occidente, 2. la via che attraversava l'Italia settentrionale, 3. le rotte marittime adriatiche.
Gli scrittori greci antichi - fu lo storico e geografo Ecateo da Meleto (560-490) a riportare per primo il nome dell'Istria - ricordavano il commercio vivace tra l'Adriatico e il Mar Nero, da dove arrivavano i vini di Lesbo, Chio e Thasos, le anfore della Corsica, le ricche mercanzie della Scizia, mentre nell'Istria c'erano due importanti isole ricche di stagno. Anche i vasi in bronzo dal Veneto e dalla Grecia passavano attraverso l'Istria, così come l'ambra gialla dai Balcani, lo stagno dalla Gallia, ed altre merci, ma naturalmente non mancava neanche il commercio di sali e di schiavi.
I primi abitanti dell'Istria
Da quanto detto sorge la domanda chi in verità fossero gli abitanti dell'Istria. Sappiamo che l'uomo abitava la penisola istriana già nel paleolitico, mentre il primo stanziamento di una stirpe, in concreto si trattava dei Veneti, nelle regioni limitrofi è registrato dalla storia ai tempi della guerra di Troia (1200 a.C. circa). Essi, provenienti dalle regioni sul Mar Nero, avrebbero attraversato i Balcani seguendo la via lungo il corso del Danubio e del Sava (Hister) e giunti alle Alpi orientali, si sarebbero sparsi fino all'Adriatico. In tal modo avrebbero popolato almeno l'Istria settentrionale, se non il suo interno, giacché in base all'architettura sepolcrale si potrebbero forse attribuire ai Veneti le necropoli preistoriche di Vermo presso Pisino, di Pizzughi presso Parenzo e di Nesazio presso Pola.
Secondo gli scrittori greci antichi, l'Istria era popolata dai Traci, ai quali, occupando essi i territori a nord dell'area greca, i Greci ascrivevano anche il resto della penisola balcanica. In ogni caso, in Istria, come in tutta la parte occidentale della penisola balcanica, c'era una forte presenza dell'elemento illirico, sicché la maggior parte degli storiografi ex jugoslavi annovera gli Istri, che vivevano tra il Timavo e l'Arsia, tra gli Illiri. Al contrario, la storiografia italiana dell'Ottocento e dell'inizio Novecento sottolinea maggiormente gli influssi celtici, che qui si diffusero nel V e IV secolo a.C., quando i Celti si mescolarono etnicamente con alcune tribù illiriche. Lo storico greco Strabone sosteneva espressamente che i Giapidi, i quali vivevano a nordest degli Istri, erano di stirpe illirica, mescolatasi con i Celti. A est dell'Arsia vivevano i Liburni. A nord gli Istri confinavano con i Veneti e i Carni.
Come la maggioranza delle tribù illiriche, gli Istri vivevano nei castellieri, solo che in Istria essi erano relativamente più numerosi che in altre regioni. Facendo ricorso all'approfondito studio di Marchesetti (1903), B.Benussi ha contato in Istria 520 castellieri, in cui prima della conquista romana sarebbero vissute 120.000 persone. Si occupavano prevalentemente di agricoltura, di caccia e sulla costa di pesca e di pirateria.